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Il soggetto č di Antonio Gregolin.

 

***

L'Aurora.
Aurora è un attimo roseo,
che compare al mattino,
è l'attimo che precede il sorgere del sole;
quando la luce del giorno illumina il cielo,
inondando il firmamento di una luce rosata,
tutto il creato è giusto in quell'attimo che molti perdono,
ma è un attimo di sogno.

***

Occhi.
Occhi dolci sono i tuoi,
azzurri come il cielo e il mare d'Irlanda,
anche se sono altrettanto burrascosi,
cosa pensi quando i tuoi occhi sono tristi?
sei assente con la mente,
vorrei sapere dove sei in questo momento;
Ma tu sei enigmatico, perché sei così!
Io ti voglio molto bene;
anche se fai il misterioso con me.
Io amo il mistero come amo te.

***

Profumo di primavera.
Sotto un cielo turchino stiamo aspettando la pioggia,
perché ci porti quel profumo di primavera
che ora non sentiamo più da molto tempo
perché c'è sempre stato il sole togliendoci la magia
dell'arrivo della primavera che di solito
è portatrice di sole e di pioggia;
ora sentiamo il bisogno di acqua pura,
per ridarci il gusto di rivedere il sole,
per goderlo appieno bisogna non averlo;
io desidero sentire quel profumo
di pioggia e di primavera, che tanto mi piace.

***

L'amico.
L'amico è colui che assomiglia a te,
è quello che ride con te,
l'amico è quello che piange con te,
è quello da cui tu accetti tutto;
è il tuo fratello mancato,
è il confidente ideale per te
perché pensa come te,
l'amico può anche sgridarti,
ma tu non te la prendi
perché sente come te,
e tu senti come lui.
Sai ciò che gli piace,
il tuo istinto te lo dice,
fra voi c'è feeling.

***

La primavera.
Al tepore del sole cominciano
a spuntare le prime gemme,
ho già visto fiorire
gli occhietti della madonna,
minuscoli fiori azzurro cielo.
Sono uno stupore per chi sa guardare,
le meraviglie che la primavera ci dona,
sono segni di speranza anche i fiori,
come è segno di speranza l'arcobaleno,
che Dio ce l'ha donato per stipulare
la pace fra noi e lui;
ora noi lo stiamo usando male
ne facciamo un uso improprio
per scongiurare guerre
che non siamo noi a volere.
In fondo in fondo,
le comodità ci fanno comodo,
perciò anche noi
non siamo disponibili a delle rinunce,
quindi siamo per il petrolio
e il petrolio vuol dire guerra.

***

La Pirola parola.
La Pirola Parola,
una cosa che non si sa
da dove venga e perché,
certo è un saluto alla primavera
che si sta annunciando;
In questi primi tre giorni,
si accendono fuochi lungo l'argine,
è quasi una gara fra chi
li fa più alti degli altri,
tutto questo accade all'imbrunire
quando il cielo si fa meno chiaro,
lasciando il posto alle stelle.
E allora che si innalzi la Pirola Parola
(ovvero fuochi di marzo).

***

Gli occhi della madonna
son dei piccoli fiori bianco azzurri;
che fra febbraio e marzo,
riempiono i prati,
la tradizione popolare vuole
che siano gli occhi della madonna,
insieme al giallo del dente di Leone,
punteggia tutti i prati,
e le prode erbose,
sono dei cuscini di fiori
che vogliono annunciarci la primavera,
anche se sono ancora infreddoliti,
ma sempre splendidi.

***

Il primo mandorlo.
Oggi ho intravisto
un impalpabile massa rosa,
era un albero di mandorlo in fiore,
che annuncia la primavera,
è il primo della stagione
che mi calpita di vedere,
neppure il biancospino che sto spiando,
non è ancora in fiore.
Ha le gemme trugide e gonfie.
Questo Mandorlo è stato
una sorpresa molto piacevole
che mi ha riempito di gioia.

***

Come sei difficile.
Come sei difficile amico mio;
tutto quello che ti dico
lo prendi a rovescio;
dove è andato il tuo buon senso?
Lo sai che ti sono amica da molti anni;
eppure fai di tutto perche io
mi stanchi di esserti amica,
ma l'amicizia
non si compera e non si vende.
Io la tua amicizia
non la metto in discussione.
Ma è difficile esserti amica!!

***

Fatina
bionda e evanescente,
ti ricordo con le ali traslucide
e una ghirlandella di edera fra i capelli
che scappavano da tutte le parti;
brandivi una bacchetta magica,
con in cima una stella.
Ricordo ancora,
la pioggia di petali di fiori
che lanciasti su noi poveri mortali;
che eravamo lì per vedere la nostra Avallon.

***

Il cielo.
Il cielo di primavera è pieno di nuvoloni,
spesso Bianchi, a volte grigi,
che spesso coprono il sole,
quel sole che tutti attendiamo
per fare delle passeggiate
e cogliere dei fiori
per rincorrere le farfalle nei prati!
Come i nuvoloni
si rincorrono nel cielo,
turchino di primavera.

***

Piante in fiore.
È un continuo fiorire di piante
da frutto, chi è rosa inteso
chi è bianco, chi invece è rosa pallido;
poi ci sono le piante
che hanno una lanugine verde pallido
ed è una esplosione di giallo
che punteggia i prati e i giardini .
Le farfalle si rincorrono allegre
sembra che dicano: siamo felici.
Adesso la primavera è arrivata davvero.
Offuscata da una guerra non voluta,
tante bandiere multicolore
ondeggiano nell'aria
sono bandiere arcobaleno,
hanno i colori dei fiori
e vogliono essere
un annuncio di pace
e di primavera.

***

Felicità
è quella che leggo negli occhi di Rita,
perché ora è tranquilla,
ora ha capito che di me si può fidare,
quegli occhi del color del cielo
ora li vedo a brillare
di gioia repressa
per paura che tutto svanisca,
ho imparato a conoscerla
questa piccola grande coraggiosa
donna che sacrifica se stessa per i figli.
Questa è la sua felicità!

***

Lo sbocciare di un amore.
Lo sbocciare di un amore
è come lo sbocciare di un fiore,
che si schiude al tiepido sole,
quel sole che può essere
l'affetto della persona cara.

***

Colore di primavera.
Sei una cascata di grappoli
profumati, di colore blu,
azzurro e lilla che a primavera
fiorisce.
Ti si pianta in ogni angolo,
hai un nome tanto dolce che è
Glicine.

***

La regina di maggio.
Un tempo vi era l'abitudine
di eleggere la regina di maggio,
ho cercato di immaginarmela
su un bel prato fiorito
di pratoline bianche,
sotto un albero di acacia in fiore
che diffonde tutto il suo profumo.
Mentre gli uccelli cantano
le farfalle volano nell'aria,
lei in un abito diafano
viene incoronata regina di maggio,
con un grappolo di glicine azzurro-lilla
sui biondi capelli.

***

Acacia in fiore.
Bianco fiore dai grappoli penduli
che emanano un mirabile profumo
e sì di fonte dell'aria,
fiore di maggio tu sei,
i tuoi fiori splendono,
nella sera oscura,
come lumi profumati.

***

Il deserto.
Un mare di polvere
che con un po' di rugiada fiorisce,
così si avvera il miracolo.
Per un giorno il deserto
diventa un mare di fiori,
mentre figure azzurrognole
si intravedono sui cammelli,
sono gli uomini blu,
sulle navi del deserto.

***

Un sogno.
U n sogno e la vita
trascorsa in serenità,
la mia di vita
è tutt'altro che tranquilla.

***

Mare.
Azzurro, verde, grigio e il tuo abito
è qualcosa di liquido di morbido,
di avvolgente, di protettivo;
qualcosa che nutre,
che diverte, insomma
sei il mio mare.

***

Il mio giardino.
Il mio giardino di settembre,
risplende di un bel prato verde
in cui spicca il pozzo con i suoi fiori
brillanti di un rosso acceso,
non per nulla li chiamano
creste di Gallo.

***

L'autunno.
L'autunno
sta colorando i nostri colli,
I nostri alberi
hanno preso un colore giallo-bronzo.
Le loro foglie
sono diventate ora gialle,
ora bronzo, ora rosso,
alcune sono rimaste verdi.
L'aria si è fatta più fine e più freschina,
anche il colore del cielo è mutato;
È di un azzurro grigio,
il sole splende ma non scalda.
È arrivato Messer Autunno
il principe del colore.
È un principe triste
perciò i suoi toni di colore sono smorti;
sono anche però i colori dei fiori
che in questo periodo vengono deposti
sulle tombe per onorare i defunti.
Hanno i colori delle foglie
che lente cadono a terra
ondeggiando piano nell'aria
e tremule si possano lungo le strade
e si lasciano calpestare
da noi che non ci accorgiamo di loro.

***

Messer autunno.
È arrivato un pittore triste,
la sua tavolozza
usa i toni marron bruciato,
giallo, rosso cupo,
con questi toni dipinge
le foglie degli alberi e al contempo
fa fiorire dei fiori con gli stessi colori,
che noi portiamo ai nostri defunti.
Sono i crisantemi
che nell'oriente
sono dei fiori molto considerati.

***

Ottobre.
Dove sono andate a finire
le belle ottobrate?
Ora abbiamo giornate grigie di pioggia
e la tristezza ci pervade,
non sappiamo guardare più in là
e vedere i colori smaglianti
che l'autunno ci regala
colorando le foglie
di rosso, di oro, di bruno
e le rende più sottili.
Così l'aria leggera e fresca
le fa volare leggermente in ogni dove;
sembrano danzatrici provette
che vengono a posarsi ai nostri piedi.

***

Novembre.
Dell' anno questo è il mese più tetro,
fra le brume e le nebbie
che tutto avvolge,
splendono le bacche rosse
del biancospino, della rosa canina
e del sorbo rosso
che gli uccelli mangiano
e poi volano in terre più calde e lontane.

***

Dicembre.
Un tempo portatore di doni utili
ora invece di giochi, di cose costose
e tutti andiamo a chi più spende
a chi fa l'abete più bello,
chi invece addobba meglio
la propria casa e chi ha il presepio
più originale, ma ci siamo scordati
di quando l'abete era addobbato
con i cioccolatini e le candeline
e per rendere festosa la nostra casa
si utilizzavono i rami di Pungitopo
o di agrifoglio perché
hanno le bacche rosse
lucenti e rendono gaia la casa.
Il nostro presepe un tempo era fatto
con le statuine di cartapesta o di gesso.
Abbiamo scordato il vero valore del Natale
che è la nascita di nostro Signore.

***

Novembre.
Dei mesi dell'anno
questo è il più tetro,
perché già avvolge di brume
e di nebbie, dove splendono
lucenti e rosse
le bacche del biancospino,
della rosa canina e del sorbo rosso
mentre nei cimiteri occhieggiano
i crisantemi, rossi, gialli e bianchi.
Nei giorni che ricordano i morti
ci si trova poi tutti intorno ad una tavola
per consumare castagne arrosto
belle calde e patata americana,
a bere un bicchiere di vino novello.
Compiendo questi gesti di tradizione
inconsapevolmente
compiamo quel rituale
che i nostri progenitori celtici compivano
ogni qual volta moriva qualcuno di loro.
Ed anche il primo novembre è una data
che noi non abbiamo scelto coscientemente
ma abbiamo messo una nostra festa religiosa
nel loro Capodanno.

***

L'acqua.
L'acqua che scende dalla roccia,
scorre verso i fiumi e verso il mare,
dando vita alle piante, alle erbe ai fiori,
donandoci l'elemento primario di vita;
ricordiamoci di non sprecare l'acqua,
ma di essere come l'acqua limpida
che dà la vita, diamo vita anche noi
agli altri.
Diamo speranza
diamo parole buone
e saremo acqua di vita.

***

Dicembre.
Dicembre, è un mese lieto
perché vi sono molte feste
regionali, i Santi si rincorrono,
vedi San Nicola, che porta i doni
in Sicilia e nel meridione;
poi viene Santa Lucia,
anch'essa porta i doni ai bimbi
quindi giunge Natale
con tutta la sua festosità
è allegrezza,
quindi giunge San Silvestro
che l'anno vuol chiudere con lustrini
e sgargianti colori.
Le case sono addobbate
con le bacche di pungitopo e di agrifoglio,
gli alberi di Natale sono pieni di luci
e di addobbi.
Un tempo non troppo lontano;
gli alberi di Natale quando c'erano
erano ornati con cioccolatini
dalle più svariate forme e colori.
E avevano mille candeline colorate,
i presepi erano sempre "quando c'erano",
per i più fortunati di gesso
senza alcuna statuina in più della natività,
per gli altri c'erano quelli di cartapesta,
senza aggiunte.
I doni erano piuttosto utilitari,
ma tutti erano felici.

***

Addio lira.
Cara vecchia lira,
da oggi ci hai lasciati;
ti rimpiangeremo tanto,
ma era il momento di
cambiare moneta,
ora siamo europei.
Ma noi italiani
siamo affezionati alla nostra lira
ci dispiace perderla
ma l'Europa era troppo importante
per noi, così abbiamo rinunciato a te,
ma resti nel nostro cuore.
Da oggi abbiamo una nuova moneta: l'euro.
Ci sentiamo più soli senza la nostra lira,
tutti gli Stati europei hanno rinunciato,
alle loro monete: franchi, marchi.
Tu però sarai sempre nel cuore ,
degli italiani.
Sei stata la nostra moneta per più
di mezzo secolo.
Addio cara vecchia liretta,
noi ti amiamo ancora.

***

Alla mia mamma.
Sono il tuo musetto,
mi manchi tanto mamma
anche se molti,
e fra questi c'è papà,
non credono che io abbia sofferto
tanto per la tua mancanza
semplicemente perché io
non piango dato che
il mio pianto è interno,
gli altri non lo vedono.
Spesso vengo a trovarti
e chiacchiero con te
come tu fossi qui.
Aiutami mamma,
non ho più tanta voglia di vivere.
Lo sai, sono giudicata male
perché mi comporto come sempre
e sono gioiosa
perciò vengo giudicata insensibile,
questo mi fa molto male.
Mi sento molto sola
perché combatto una battaglia
contro i mulini a vento,
purtroppo la gente ama
chi si piange addosso
o ha le lacrime in tasca,
io non sono capace di piangere
per una cosa che doveva avvenire prima o poi;
certo che mi manchi tantissimo,
a volte penso che tu sei qui con me
anche se non ti vedo,
ti sento, so che ci sei,
tu sei sempre nel mio cuore
e nella mia mente.
Ci manchi tanto a me e a papà,
ci hai regalato l'affetto di Nilo.
Aiutami mamma a voler vivere
serenamente come quando c'eri tu,
il tuo musetto ti saluta,
ciao mamma,
La tua Chiara.

***

Occhi verdi.
Ti ho ricordato e i tuoi occhi
verdi mi hanno incantato,
come mi incanta
il mio mare;
tu come il mare
per me sei un sogno.
Ma i sogni al mattino
svaniscono
mentre i tuoi occhi verdi
sono un bel ricordo
e nulla più.

***

Sogno.
Ti ho visto per la prima volta
ed è anche forse l'ultima,
dato che non dipende
né da te,
né da me.
Certo non dimenticherò
i tuoi occhi, d'un verde grigio,
come il mare che io amo tanto,
dove abbandono tutti i miei affanni.
Da quando ho conosciuto un
certo tipo di uomini,
mi sono ben guardata
dal considerarli probabili compagni,
i miei sentimenti li tengo per me.
Ma quel giorno
ho avuto un sussulto interno e poi sappi
che ti ha dato,
come dici tu, troppa confidenza,
ma in questi giorni,
non so dimenticarti.
Mio padre non sa
e non deve capire nulla.
Dei miei amici non mi fido
mi fido solo del computer;
la mia amica più cara
è troppo lontana per parlarle di te.
Mi resterebbe l'amico di cui ti ho parlato,
anche lui con una sua storia per cui soffre
non voglio raccontargli ciò che provo,
spero di scordarmi di te,
troppo gentile carino,
affettuoso per dimenticarti,
non importa come sei
se t'avessi conosciuto
all'ora giusta,
non ti dovrei scrivere questa lettera;
per me sei un bel sogno marino.
Ciao mio bel sogno marino,
questo scritto non lo leggerai mai.

***

Come sei difficile.
Ti voglio bene,
ma sembra che tutto quello
che io ti dico
tu lo ritorca in maniera
negativa,
eppure lo sai che ti sono amica
da tanto tempo;
vuoi forse distruggere
la nostra amicizia?
Non te lo permetterò mai!!
Forse non hai capito quanto io sia disposta
a combattere per la nostra amicizia.

***

L'amico.
L'amico è quello che ride con te,
l'amico è quello che piange con te,
l'amico è colui che sa dirti
che tu stai sbagliando;
e tu non te la prendi
perché sai che lui sente come te,
e tu senti come lui,
tu sai cosa gli piace
perché il tuo istinto te lo dice;
fra voi c'è feeling.

***

Fate.
Siete esseri misteriosi,
capricciosi dolci e soavi,
nessuno pensa
che possiate essere brutti,
l'immaginario collettivo
ha deciso che siate eteree diafane,
mentre voi siete
tutt'altro che dolci,
siete dispettose elunatiche,
a volte anche buone e allegre
ma cambiate umore
molto facilmente,
siete troppo volubili.

***

L'alba
è un attimo roseo
all'inizio del giorno,
l'attimo che precede,
il sorgere del sole,
é riesplosione di luce
che inonda l'aria di luce,
salutato solo dagli uccelli
e dal loro canto;
anche il gallo,
lo saluta col suo chicchirichì.

***

Dopo la pioggia.
Dopo la pioggia
l'aria è più pulita
e i profumi si
sentono di più.
Ad esempio l'odore
dell'erba tagliata
ha una fragranza
particolare come l'odore
della polvere appena cadono
le prime gocce, è particolare
in un giardino dopo la pioggia;
si mescolano mille profumi
di fiori sfatti, profumi intensi
di lillà e di glicine e di tuberose,
insomma è il giardino delle nonne
in cui non manca il mughetto, la lavanda,
i gigli, la menta, l'erba limoncina,
è il giardino dei ricordi.

***

Per chi deve nascere.
Ciao bimba, lo sai
che ti sto aspettando
come ho aspettato
il tuo cuginetto;
so che ti chiamerai Maria,
mi hanno detto che questo nome
significa principessa.
L'unica persona
della tua famiglia
che conosco è il nonno,
il nonno Nilo
che ho conosciuto
da poco;
mi piacerebbe conoscere
la tua mamma,
la tua zia, ma siamo
troppo lontani.

***

Ad un amico.
Ad un amico
si perdona tutto,
lo si aspetta
sempre con gioia
è un piacere fargli
un favore, l'amico
di solito non aspetta che tu
debba chiedergli un piacere
perché te lo fa,
prima che tu abbia avuto
il tempo di chiederlo.
Ci vuole un amico,
che sogni con te,
ci vuole un amico,
per poter piangere
sulla sua spalla,
ci vuole un amico,
per ridere a crepa pelle,
per gioire insieme;
per tutto questo ci vuole
un amico.

***

Signor Momi.
Oggi sono stata
al suo funerale
e ad un certo
momento è apparsa una luce,
che con un fascio luminoso
ha centrato sulla signora Rina
e poi è andato a posarsi
su tutti i familiari
e per un attimo ho avuto
l'impressione che
fosse lei signor Momi
che voleva consolare
e salutare i suoi cari.
Dato che il sacerdote
ha ricordato la festa
della luce o meglio della
candelora festeggiata
dalla Chiesa ieri.
Commovente è stato
anche l'offertorio
con tutte quelle luci,
che rappresentavano
la grande famiglia
Busatta a cui
lei apparteneva.
Certo la lettera
di Melissa a ha fatto capire
quanto tutti ora
si sentano un po'
più soli, penso
anche ai più piccoli
che non hanno
il piacere di avere
un nonno come lei.

***

Capodanno celtico.
Questa magica notte,
in cui fate, streghe,
gnomi, folletti escono
per farci visita sono benevoli
e apportatori di bene, come
le streghe sono di natura malefica,
ma in questa notte che era sacra
al popolo celtico perché era il loro Capodanno
samain in cui danzavano e mangiavano
alla gloria e vita di loro morti che in quel momento
si ricongiungevano a loro,
inoltre magico si dice notte di divertimenti
ma anche di profondo rispetto per gli altri,
per gli esseri che non vediamo ma che
la nostra cultura ci ha tramandato,
noi non ci accorgiamo ma siamo
una malgama di substrati culturali.
che formano il nostro bagaglio,
storico culturale anche se tendiamo
annullarlo.

***

Le foglie sono d'oro.
Ieri ho visto un tappeto
dorato fatto di foglie
gialle cadute dalle piante;
non avevano nulla da invidiare
all'oro vero, spiccavano sulla terra
bruna appena arata,
le foglie ora sono giallo oro,
e cadono lente come fossero
preziose.

***

Betulla.
Ogni mattina mi dai il buon giorno,
illuminata dal sole sembri d'oro
di quell'oro antico,
chiamato anche oro spagnolo,
sei molto bella e solare
e mi riporti alle tue terre
dove sono fiorite molte
leggende, intorno a te.

***

Per mio padre.
Hai compiuto
ottantatré anni,
ma sei riuscito
anche oggi che avevo tutte
le buone intenzioni del mondo,
tu basta che ascolti Teresa
e quella ti fa fare cose sbagliate
e che fanno arrabbiare me;
lei è troppo comprensiva, ma non tiene conto
di me. È troppo piena di sé e si crede
infallibile semplicemente perché è lei,
è la sapiente della casa di Zaffonato,
ma tu non la devi badarle perché ha la testa
a scatolette. E fai un torto
a me che in fondo ti sono figlia.

***

Le foglie.
Le foglie
volano
nel cielo azzurro,
sembrano felici
di lasciarci, ora assomigliano
a monili antichi di oro sbalzato,
cesellato.
Sono allegre il vento le fa giocare
danzano, danzano, e puoi lente
vanno a posarsi sulla terra
per tornare a primavera
più verdi di prima, attraverso
la loro consumazione
divengono nutrimento per la pianta
così facendo ritornano ad essere
loro stesse.

***

Luna.
Ciao luna,
ti sei vergognata
che sei diventata rossa,
lo so lo so che è un fenomeno
naturale anzi é colpa del nostro
pianeta, la nostra amata terra
che non permette che passino alcuni raggi
che il sole ti regala sempre
così tu per una notte da pallida che sei
di solito sei diventata rossa; come ti vuole
una canzone partenopea hai forse realizzato
un sogno di qualcuno. Ciao luna, a me piaci
pallida e candida

***

Un volo.
Un volo di foglie,
ed un uccello vola rapido
fra le foglie rimaste a cercare
qualcosa per cibarsi,
l'albero gli è amico
e lui l'uccellino sa
di poter contare
sull'amico albero.
Ormai è giunta la cattiva stagione
e la pianta non può più fornire alcun rifugio
e l' uccello questo questo lo sa,
quando il suo amico ha perso l'abito
non può più offrirgli alcun riparo,
diviene uno scheletro in balia
dei venti, e di tutte le intemperie
del freddo, della nebbia che si gela sui rami
formando una ragnatela o un ricamo gelato;
poi viene la neve rischia di spezzarsi in due
sotto il peso di quel soffice mantello bianco.

***

Un attimo.
Un attimo è trascorso
da quando ti ho visto,
mio sole d'oro,
non più d'oro
ma rosso come
una palla infuocata,
il tutto è durato un attimo.

***

Cip cip cip
questo è il verso
di alcuni uccelli
che ora migrano,
se ne vanno per tornare
a primavera quando i nostri
i nostri alberi metteranno
le foglie nuove.

***

Scricciolo.
Bentornato
piccolo uccello
il freddo ti ha fatto
ritornare fra noi,
hai portato il freddo,
l'inverno, oggi dovrebbe essere
l'estate di San Martino ma c'è
un freddo cane; non sembra neppure
l'estate di San Martino tanto il cielo
è tetro. Tu assieme al pettirosso
ci fate compagnia ora che tutto è spoglio.
E tristi stanno arrivando le festività
natalizie. Ma pochi pensano alla preghiera,
pensano come me alle cose voluttuarie per far bella
la nostra casa. Ma tu hai solo un nido all'aperto
e sei contento lo stesso anche se c'è freddo,
il buon Dio ti ha dotato di un piumaggio abbastanza
caldo per sopportare le intemperie.

***

Santo Martino.
Tu vescovo di Tur
avesti pietà di un povero
ma tu fosti anche un po'
egoista perché non donasti
tutto il mantello ma lo tagliasti
a metà per coprirti anche tu.

***

E-ciu e-ciu e-ciu.
E-ciu e-ciu e-ciu benedetto raffreddore,
fra uno starnuto e l'altro,
fra un fazzoletto e un'asciugata di naso
si passa la giornata.
Se poi c'è la febbre da controllare
tre o quattro volte al dì,
hai il tuo bel da fare ad asciugare,
soffiare, controllare la temperatura,
tu d'impazzire crederai;
ma e-ciu e-ciu e-ciu ti devi ben curare,
per poter festeggiare il Natale, il Capodanno,
che hai aspettato tutto l'anno.

***

Un'artista e la sua terra.
Di te ricordo le lunghe passeggiate,
la mia memoria ti ricorda
come un barbone civile.
Già perché tu eri un signore nel tratto,
eri anche un bravo pittore,
dalla tua terra traevi ispirazione
perciò i volti che disegnavi
avevano un po' le forme di questi
colli che tu tanto amavi,
mentre i sinuosi capelli
ricordavano le anse del nostro fiume,
il Bacchiglione, che delimita
il territorio che confina
con un altro paese.
Molti ora si chiedono
perché tu abbia dipinto
sempre volti tristi;
come se non sapessero la tua storia,
sei stato sfortunato
perché ti è mancato il papà
in giovane età.
Il tuo carattere era introverso,
ma lo stesso fosti mandato in collegio.
Un collegio lontano
che non ti permetteva
di vedere spesso la tua mamma
e neppure i tuoi fratelli;
tornavi a casa per Natale e Pasqua.
Quando ti ribellasti fosti picchiato,
poi rimandato al collegio.
Finalmente quando ti diplomasti
tornasti a casa ma la cosa durò assai poco,
con la scusa che dovevi fare carriera
ti mandarono a Torino
e ancora una volta eri da solo.
Ma tu non ti sentivi solo,
avevi i tuoi colori.
Ma purtroppo la brutta bestia
della depressione ti colpì
e la tua reazione assomigliava
a quella di un drogato.
Questa fu la voce che nel tuo paese girava,
che tu eri un drogato,
del resto secondo "i benpensanti"
bastava vedere i tuoi quadri.
Mentre tutti i medici escludevano
tale diagnosi la voce si diffondeva sempre più
finchè tu diventasti lo zimbello del paese
anche perché decidesti che era meglio essere
sporco disordinato ed essere lasciato in pace.
L'etichetta te l'avevano già messa
e tu continuavi a dipingere i tuoi volti tristi,
i tuoi paesaggi maliconici proprio come eri tu.
Ora che non ci sei più tutti ti rimpiangono
io ricordo una tua frase
"Montegalda è bella perché ha i colli
e il Bacchiglione", quante volte
te l'ho sentita dire al punto
di non dimenticarla.

clicca qui per vedere una foto dell'artista di cui parlo.

***

Pace.
Pace, questa era la parola
che risuonava nel vostro campo,
pace era quella che eravate andati
a portare in Iraq fra gente semplice;
eravate diventati amici dei bambini,
si potevano immaginare le vostre risa,
il vostro lavoro era di seminare pace
e per la pace siete morti. Ma non siete morti
perché tutta l'Italia vi ha adottato come suoi figli;
quei suoi figli tanto buoni e tanto cari da considerare
non degli eroi ma dei meravigliosi Angeli portatori
di pace.

***

Fiori di ghiaccio.
Fiori di ghiaccio sono
le stelle bianche che la brina
richiama sugli alberi.
Fiori di ghiaccio vorrebbero essere,
le palle colorate e i fili d'argento
che mettiamo sul nostro Abete
caserreccio ma ahimé quelli delle foreste
sono assai più belli perché a costruirli è stata
madre natura.

***

Natale.
Che cos'è Natale?
Natale è pace e serenità,
ricordarsi che un bambino
è venuto per noi su questa terra,
ha patito il freddo e l'umiliazione
di non essere accolto.
Ma quanti bambini non sono accolti
neppure dalle proprie madri, oppure
non hanno nessuno che li conforti,
non hanno di che vestirsi,
non hanno di che mangiare.
Anche loro però aspettano Natale,
forse sono quelli che lo vivono davvero,
sì perché quel bambino è venuto anche per loro,
per loro che non lo conoscono
ma lui ha detto a noi
"testimoniate la vostra fede".
"Testimoniate il Vangelo",
ma noi facciamo tutt'altro
di ciò che ci diceva quel bambino.

***

La foresta.
La foresta è sempre stata
motivo di mito perché lì c'erano
gli alberi che levavano le braccia
al cielo; lì c'erano gli animali feroci,
ma anche i frutti che permettevano
di cibarsi e sostenersi. Il muschio faceva
da materasso o cuscino, gli uccelli suonavano
la prima musica, l'acqua dei ruscelli gli accompagnava,
mentre quell'acqua fresca la si poteva bere tranquillamente
e poiché il sole giocava a rimpiattino a volte sembrava di scorgere
nell'acqua una figura diafana che ne usciva da questo elemento;
da qui nacquero le leggende sulle fate delle acque.
Ma la foresta era che ritrovò di malvagi perciò nacquero le streghe.
Ma nella foresta c'erano anche i fiori più belli e più rari anche le orchidee
le si può trovare nella foresta come le farfalle più belle.
Gli antichi consideravano la farfalla il genio dell'anima
o un essere fatato, perciò farfalla equivale a fata.

***

Strano albero.
Uno strano albero sei tu,
che porti delle foglie particolari
le tue foglie sono biglietti d'auguri,
molto colorate che adornano e ti rendono
speciale. Ma tu sei sempre stato speciale
perché fosti inventato dalla mia nonna, che sentiva
la nostalgia dei suoi cari e dopo la guerra pensò
di fare un albero come si direbbe oggi "alternativo".
Prese un ramo secco e mano mano che le arrivavano
buone notizie le appedeva; certo non erano bei biglietti
come oggi che sono variopinti e curiosi ma erano semplici fogli
su cui c'erano le belle e le brutte notizie di tutti i suoi familiari;
così sei nato, è così sei stato tramandato e fin che potrò farti
io ne sarò felice.

***

Il folletto della notte.
O mio bel folletto dall'abito blu,
blu come la notte in cui tu vegli
sino all'aurora quando tutto il mondo si desta,
tu tieni compagnia alla luna che tutta sola
nel cielo deve vegliare, tu le racconti
e la rassereni come fai con me.
Tu sei il mio folletto ed io
per te sono la luna!
Mio dolce folletto, la notte
ti rende pensieroso ed io
ti fó compagnia e le stelle
sonno nostri gioielli,
- non è vero? -
con cui ci trastulliamo
così che l'alba ci trova assonnati
ma lieti,
la luna e il suo folletto.
Ciao mio bel folletto
dall'abito blu, blu come la notte
in cui io risplendo.
La notte è sempre magica,
lo sa il mio bel folletto,
tu che trascorri le tue notti
insieme a me.
Divinità, astro o cos'altro
posso essere io,
un sogno, una donna, un amore?
Tu che ne dici mio bel folletto?
Che dal tramonto all'alba mi tieni compagnia
anche quando sono nera
e non mi si vede,
sei l'ideale compagno per me.

***

Fata azzurrina e il suo gigante.
Ciao mio bel gigante biondo,
ti conosco da tanto tempo
sei quello che condivide con me
tutto ciò che c'è di bello sotto il sole,
tu lo hai sempre saputo che io ti voglio bene,
lo spero anche di te per me, ma non ne ho la certezza
perché tu sei un gigante ed io una fatina .

***

La luna che amó.
Mia pallida luna
che per una notte avesti l'ardire
di amare un raggio di sole, fu allora
che tu inventasti per sempre l'astro notturno,
sì perché un mago castigò la vergine che era in te
condannandola a vivere soltanto di notte
così che non potevi mai vedere il tuo piccolo grande amore.

***

Cadono lenti.
Cadono lenti i fiocchi,
ma di che sono fatti,
son bianchi,
son luminosi,
sono freddi,
son gioiosi
per i bimbi
e per chi bimbo più non è
ma il cuore ha gioioso.
Sono piume,
son fiocchi
son balocchi,
son dell'inverno l'annuncio
son per tutti un intralcio.
Di gennaio son la corona,
ed in febbraio portan un gelo
assai crudo.

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