I MITI ANTICHI

in Finlandia gli antichi finlandesi credevano che tutte le cose del mondo avessero una vita propria e uno spirito in grado di comunicare con gli esseri umani. Il Valeva, il poema nazionale dei finlandesi, comincia con la narrazione del mondo: racconta come saggezza di Vainamoinen portò l'ordine e fece sviluppare ogni cosa. Quindi prosegue ricordando le imprese dei grandi eroi, i loro feudi e i loro vicini settentrionali, i Poihiola e termina con le leggende di Maryotto, la vergine il cui figlio avrebbe preso il posto del pagarono Vainamoinen e portato al popolo finlandese un nuovo ordine cristiano.

in Armenia c'è sempre stato un qualcosa di particolarmente magico sulle montagne del Caucaso. Nelle favole del medio oriente e dell'India, per esempio, queste montagne sono famose come luogo abitato da meravigliose fate, le "Peris" il cui amore per i principi mortali ha messo in pericolo più di una volta un regno.

in Mesopotamia. Il centro politico e culturale dell'antico vicino oriente fu la regione che i greci chiamavano Mesopotamia, ossia "terra tra i fiumi". I fiumi sono il Tigri e l'Eufrate che nascono nelle montagne dell'Armenia e sfociano nel Golfo Persico. La gente dell'antica Mesopotamia credeva che in origine l' universo fosse popolato di Dee e Dei, il cui aspetto era molto simile a quelli degli esseri umani e si credeva che l'umanità fosse stata creata dalla Dea Madre per servire le necessità degli dei che erano stanchi di badare a se stessi. (C'erano divinità delle stelle e dei pianeti.) I "sette savi", uomini vecchissimi che erano le radici stesse di ogni conoscenza, insegnarono agli uomini la civiltà.

in Africa. I miti dell'Africa tropicale e meridionale accettano l'idea di un "Dio che sta in alto" o piuttosto di una divinità celeste spesso associata con i lampi e i tuoni. La terra, il sole e la luna sono gli dei più importanti. Fra le tribù occidentali vengono adorati "Dei marini". Ci sono degli Dei buoni, seppure a volte abbiano un doppio ruolo, donano la vita ma portano anche sofferenze e la morte. La Terra è una divinità femminile che favorisce coloro che l'adorano ma punisce chi la trasgredisce e la trascura. La foresta è una divinità misteriosa, elusiva e capricciosa. Molti popoli dell'Africa centrale considerano la foresta come la residenza degli Dei, l'altro mondo dove vivono gli spiriti, per cui chiunque desidera entrarvi deve prendere particolari precauzioni ed eseguire determinati rituali.

in Russia, quando nel 980 d.C. Vladimir divenne sovrano di Kiev, i russi erano ancora pagani e Vladimir stesso eresse sul colle che dominava la città numerosi idoli, il più importante dei quali è l'immagine lignea del "Dio del tuono" Perun. Era la principale divinità dei russi che lo consideravano il Signore dell'universo; quando era di cattivo umore c'erano tempeste e tuoni e scagliava fulmini su chi lo aveva offeso ma poteva accadere di peggio, per esempio di mandare pioggia di pietre, siccità che distruggeva i raccolti. Quando era di buon umore poteva favorire la crescita dei raccolti con abbondanti precipitazioni. Era un dio guerriero armato di arco e frecce, di una pesante mazza e di una ascia, era il protettore dei soldati e poteva garantire la vittoria o la sconfitta in battaglia, perciò quando i russi concludevano trattati militari e commerciali con i bizantini, giuravano di mantenere la parola a Perun per le lame delle loro spade. Molti dei erano collegati all'adorazione della natura, ma i russi pagani credevano anche nel culto dei defunti, a sua volta connesso al ciclo "nascita-morte rinascita". Credevano della vita dopo il decesso e nelle bare deponevano oggetti utili al defunto, come monete e i calzari. I morti venivano seppelliti nei campi coltivati e in primavera ci si rammentava di loro condividendo con loro cibo e bevande sui tumuli nella speranza che favorissero la crescita delle messi.

nei Celti. I Celti furono i veri creatori dell'Europa, gli antenati di tutti i moderni europei. All'apice della loro potenza verso il 900 d.C. dominarono tutte le terre dal Baltico al Mediterraneo al Mar Nero e alle turbolente sponde occidentali dell'Irlanda. Dal loro linguaggio sono derivate molte lingue europee e qualche dialetto indiano. Nel V secolo avanti Cristo i Celti erano considerati una nazione grande e potente composta da tribù dai nomi differenti, che però nel loro complesso erano note come keltoi ed erano legate da una colonizzazione politica comune, da una potente casta sacerdotale, dalle tradizioni religiose, dalla lingua e dall'aspetto fisico. Non è facile scoprire nei dettagli quale fosse la civiltà di quel popolo perché i Celti non credevano nella scrittura come mezzo per registrare le loro conoscenze che consideravano sacre e quindi non desideravano che potessero cadere in possesso di persone indegne. Il maschio era molto importante nella civiltà celtica, ma anche la femmina sotto forma della dea Terra, forse dominante. Interessante il fatto che una pietra antica pietra trovata nella contea di Donegol, in Irlanda, rappresenta una testa a tre facce, viene chiamata dalla popolazione locale "il calzolaio" e i folletti del folclore irlandese sono presentati come i continuatori del dio Lugh. La gente sostiene ancora oggi che qualche volta si sentano i colpi dei piccoli battenti con cui i folletti confezionano scarpe per quelli che credono in loro. San Colombano principe sacerdote che nel VI secolo fondò la grande chiesa celtica nell'isola di Iona, al largo dalla Scozia occidentale, in effetti consentì ai suoi monaci di continuare a celebrare i loro vecchi riti di Luguasa. In quella che egli chiamava la festa degli aratori, permetteva di buon grado che tutti banchettassero e se la spassassero.

LUNA E MITOLOGIA: LE SUE RAFFIGURAZIONI

LUNA E MITO
Tutte le dee della luna controllano il destino e tessono il fato e talvolta sono figurate come un ragno al centro della sua tela. I loro attributi sono il fuso e la canocchia.
Quanto l'uomo primitivo vide nella luna la Grande Madre, per l'uomo era più importante del sole. Era una matriarca sovrana che nell'immaginario umano si diversificava nelle tre fasi che si identificavano con le stagioni: la vergine primavera seguita dall'estate ninfale infine a quella invernale vecchia e calva. La triade divina le rappresentava come la vergine dell'aria o Selene, la ninfa terrena o Afrodite (Venere) e la vegliarda del mondo sotterraneo che si chiamerà Ecathe. Anche Elena o Stenebea sono nomi di divinità lunari greche, come Europa (dal bianco volto), rapita dal toro è come le figlie della dignità femminile del mare, Afrodite, ossia Tritone (la felice luna nuova). Il mito di Artemide o Diana coincide con un corpo naturale: la luna e i suoi raggi vengono considerati simbolicamente con le frecce che la dea lancia con l'arco d'argento, (questo metallo è considerato il più lunare di ogni altro). La dea è ostinatamente vergine e di conseguenza infeconda; pur rifuggendo ogni amore è prodiga di doni su tutto ciò che vive, dispensatrice di rugiada e fresche acque. Si dice che la dea Diana nelle sembianze di cacciatrice abbia creato la pianta del nocciolo per potersi nascondere agli occhi di un satiro che la inseguiva. L'aspetto di Diana, e il carattere della dea lunare è dato dalla mezzaluna che le orna la fronte. Nel simulacro di Efeso la dea era rappresentata in una guaina irta di teste di tori, di cervi e di leoni. Le sue numerose mammelle attestavano l'incredibile ricchezza dei doni naturali.
Iside, dea lunare egiziana, viene descritta da Apuleio che la vide in sogno, con le chiome lunghe ed intrecciate sparse dappertutto intorno al collo e una corona di fiori che gli adornava e il capo, sormontato da un disco lunare o specchio. Aveva un mantello scuro che le copriva il fianco destro e ritornava sulla spalla sinistra a mo di scudo. Su questo mantello splendevano stelle e luna, nella mano sinistra teneva un vasetto a forma di barchetta d'oro dal cui manico sorgeva un aspide e le scarpe erano intessute con le foglie della palma vittoriosa.
La luna presso gli egizi era considerata l'occhio di Dio e quando Dio del cielo perde il suo occhio (la luna) lo cerca, lo ritrova e lo riporta e lo risana (fasi lunari).
L'idea della luna in barca deve aver colpito spesso la fantasia dei popoli orientali e dell'Africa soprattutto quelle vicino al fiume Congo.
leggende sulla Luna Dice una leggenda che il re Libanza chiamò le genti della luna e quelle della terra al suo cospetto.
La prima a giungere furono quelle della luna ed ebbero in dono due giorni di riposo al mese per risorgere; quelle della terra arrivarono con molto ritardo e furono puniti con la morte e non con il riposo.
Moira: significa parte; ciò assieme al fatto che le moire erano tre, potrebbe significare che fossero divinità lunari, simboleggiando le tre fasi della luna, come già visto l'inizio, l'evolversi della vita.
Nella Carniola, la regione storica che corrisponde più o meno all'attuale Slovenia ed ha il suo centro in Lubiana, è stata a lungo popolare "l'uomo della luna" chiamato kotar, di cui è stata data notizia da Jacob Grinn in uno studio della mitologia teutonica.
Kotar aveva l'incarico di rianimare l'astro al momento del declino, fornendo l'acqua necessaria per risorgere.
L'acqua? Certo: l'umidità, come sappiamo , è una delle caratteristiche attribuite alla luna dai primitivi.
Diodoro, storico greco parlando di Iside dea lunare degli egizi, le attribuisce il potere di generare "a mezzo dell'acqua e della terra".
Secondo i copti d'Egitto, nella luna si vede San Giorgio a cavallo che vinse il Drago.
La luna sembra essere la dimora abituale dell'Arcangelo Gabriele, mentre presso gli esquimesi è colei che manda la neve è in genere la luna è rappresentata come il potere femminile, la dea madre, la regina del cielo.
Per i più curiosi Eunice (in greco "della buona vittoria") è il nome di una delle cinquanta Ninfe Nereidi che, secondo Esodo, la ninfa Oceanina Doride partorì a Nerero il dio del fondo del mare (da non confondere con Poseidone e Nettuno dio supremo di tutte le acque). Secondo Roberts le Graves (i miti greci-Longanesi-Milano 1963) pare che in realtà le Neredi che fossero un collegio di cinquanta sacerdotesse della luna di cui riti magici assicuravano ai fedeli della dea una pesca abbondante.
LA LUNA NERA: secondo satellite della terra, c'è chi pensa che proprio quella sia la cosiddetta luna nera degli astrologhi, altri ancora chiamano così la faccia invisibile della terra oppure uno dei fuochi dell'orbita lunare, o infine l'inquietante personaggio di Lilith; Lilith è il nome ebraico Lilitu, un demone femminile della religione assiro- babilonese, eternamente vagante e dedita all' insidia notturna contro i viandanti solitari, le donne partorienti e i bambini e lasciati soli al buio. Passata alla mitologia semitica (ne fa cenno la Bibbia nel libro di Isaia, 34:14) fu identificata con la prima moglie di Adamo nel Talmud è la fondamentale raccolta di norme etiche dell'ebraismo. Quando Adamo, dopo centotrent'anni, la lasciò per passare tra le braccia di Eva, Lilith divenne moglie di un diavolo e al tempo stesso si scatenò contro gli uomini seducedoli con infernale passione, in compagnia delle sue figlie, le libidinose Lilim dalle natiche d'asino. Lilith era insomma l'Ecate cannanea.

LA LUNA O SELENE
Alla luna, che nella Grecia arcaica era considerata la fonte della poesia, si rivolgeva Omero all'inizio dell'Iliade: " cantami, o diva, l'ira funesta del pelide Achille".
Un'immagine della madre natura e la luna che così cantava un inno magico della tarda antichità, riflettendo una tradizione antica:


"Viene a me, cara padrona, Selene trionfante
e ascolta graziosamente il mio sacro canto
magico: coronamento della notte, nuova,
apportatrice di luce ai mortali, nata di buon
mattino, seduta su i tori dallo sguardo selvaggio,
regina....sìi benigna con me che t'invoco e ascoltami
graziosamente, tu che l'ampio cosmo governi di notte,
che teme i demoni e di cui tramano gli immortali, dea
esaltatrice di uomini, dai molti nomi, nata bella,
dagli occhi di toro, dotata di corna, generatrice di dei
e uomini, Physia, madre universale: giacché tu erri
nell'Olimpo e vaghi attorno l'ampio infinito abisso,
principio è fine sei tu e su tutti regni tu sola:
da te è tutto e in te, o Eterna, finisce tutto, un perpetuo
diadema porti intorno alle tempie, I vincoli infragibili
e insolubili del grande Kronos e uno scettro d'oro reggi
nelle tue mani. Le lettere al tuo scettro le incise Kronos
stesso, dandotelo da portare affinché tutto rimanga per
sempre: "Domatrice, domatrice dell'impeto, domatrice di
uomini, Dominatrice della dominazione".

DIANA
donna che si specchia al chiaro di luna Nome greco: Artemide. È una delle dodici dea e dell'Olimpo figlia di Giove e Latona, sorella di Apollo, è la dea della caccia, vende identificata più tardi con la dea Selene (luna), venerata soprattutto a Delo e Ortigia le due isole che, secondo la tradizione le hanno dato i natali.
Otteone viene tramutato in un cervo; Callisto viene tramutato in Orsa; Diana si innamora di Endinione; uccide assieme ad Apollo le figlie di Niobe, che ha osato di essere superiore a Latona.
Diana è figlia di Zeus e Latona, sarebbe gemella di Apollo, appena nata aiuta la madre a mettere al mondo il fratello.
Diana non ha un compagno, è la vergine per eccellenza, simbolo di castità e per questo protettrice delle giovani fanciulle fino al momento del matrimonio.
Si diletta alla caccia e trascorrere la maggior parte del tempo nei boschi assieme ai cani e alle ninfe sue compagne, anch'esse caste e pure.
Terminata la caccia, la dea amava ristorarsi presso una fonte con il suo seguito.
Diana cacciatrice è ritratta come fanciulla alta e snella, armata di arco e frecce e preceduta dai cani oppure da un cervo.
Porta i capelli raccolti in una mezza luna sul capo.
La sua immagine infatti è stata associata alla luna.
Altre volte la dea della caccia viene raffigurata mentre si bagna presso una fonte, da sola o assieme al suo seguito.
Gli artisti rappresentano talora Diana e le ninfe sorprese dai satiri.
In realtà questo tema, che non ha riscontri nella mitologia, è allegorico e allude al prevalere del vizio e della lussuria sulla castità.

ISIDE E OSIRIDE
Caratteristica del mito egiziano è la tendenza ad abolire i confini tra l'una e l'altra divinità, come se ad una si volessero attribuire virtù e difetti dell'altra. E si finisce poi per creare una terza ed unica divinità con caratteristiche contraddittorie. In tal modo è stato possibile a qualcuno contare ben settecento divinità egizie. Ed è per questo che le caratteristiche "lunari" passano da Osiride a Iside e, per quanto riguarda il mito, nel sistema teologico di Tebe, da Mut "signora del cielo". La quale ha come sposo Ammone e come figlio Khonsu, a quest'ultimo, che è un vero e proprio "dio lunare". Iside e Osiride restano comunque al vertice della religione dell'antico Egitto. Nelle immagini di Iside il capo della dea è sormontato ora da un trono ora da un disco lunare posto fra due corna di toro.

LE AMAZZONI
Tutti conoscono le mitiche Amazzoni ma non tutti sanno che il loro nome deriva da antichi termini armeni, che significano "donna luna". Probabilmente, infatti, alla loro origine c'è un clan di sacerdotesse della dea luna, le quali ogni anno si disputavano il rango di Grande Sacerdotessa combattendo fra loro. È certo anche che lo scudo che esse portano con sé nelle antiche raffigurazioni è quello simile a un crescente lunare, che fu tipico anche della fanteria leggera greca, dei peltasti (da pelta, nome dello scudo degli stessi).

CURIOSITÀ LUNARI
Una leggenda ebraica narra come la luna, essendo invidiosa della gran luce del sole, chiese a Dio di farla diventare più grande oppure di rimpicciolire il sole. Dio, invece, la castigò riducendo ancora la sua luce a uno splendore di sessanta volte inferiore a quella solare. Per questo la sua luce ci giunge così pallida.
Secondo quanto narra Garcilaso de la Vega (1539-1616), primo tra i nativi sudamericani a scrivere in lingua spagnola, nell'antico Perù la luna era oggetto di grande venerazione da parte degli Incas. Nelle loro preghiere contava molto più del sole, di cui era considerata sorella. L'interno del suo tempio era ricoperto interamente d'argento.
Gli astrologi antichi legavano il tempo della gestazione della donna agli "astri erranti" cioè ai pianeti. Il primo mese era votato a saturno, l'ultimo alla luna (che allora era considerata un pianeta anch'essa). Per analogia in qualche modo equilibrante, alla luna era dedicato il primo mese di vita del neonato.
In Argentina, all'interno del Parco Naturale di Ischigualasto (situato a circa trecento chilometri dalla città di San Juan), si trova la Valle della luna, così chiamata per la particolarità del suo paesaggio che ricorda in qualche modo la superficie lunare.
I cento consiglieri di Romolo, primo re di Roma, ornavano i loro calzari con una mezzaluna. Volevano significare con ciò, che "mettevano sotto i piedi", cioè disprezzavano e calpestavano, tutto quanto sta sotto la luna, perché terreno e vano, mentre il loro pensiero era spiritualmente rivolto alle "altezze".
Gli antichi attribuivano talvolta alla luna non solo caratteristiche positive ma anche quella di essere "mendax", ossia bugiarda. Infatti quando è crescente assomiglia a una "D", cioè alla lettera iniziale della parola "decrescere", che definisce proprio, come tutti sanno l'esatto contrario di crescere.
Prima che gli astronauti portassero sulla terra circa 382 chili di sassi lunari, c'erano già, sulla terra stessa, elementi del suolo selenico. Si tratta di pietre vetrose, composte da elementi chimici che non sono quelli della lava dei vulcani terrestri. Sono chiamati tectiti, da un aggettivo greco che significa "fuso", anche se sono state raccolte in punti lontanissimi dai vulcani esistenti nelle zone in cui altre possono forse ancora essere trovate. In nessuna di queste zone, tuttavia, è stata trovata la "roccia madre" da cui le tectiti potrebbero essersi staccate prima di fondersi. Non resta che l'ipotesi che le tectiti siano frammenti di roccia piovuti sulla terra a seguito di violente eruzioni lunari di chissà quanto tempo fa.
Gli stretti legami fra la luna e la fertilità femminile venivano sottolineati nell'antico Oriente da oggetti di vario genere. Gioielli e amuleti a forma di luna, ad esempio, venivano donati alle donne ma anche appesi al collo delle cammelle, perché le aiutassero a generare nuovi esemplari dell'utilissimo animale.

LA LUNA DI BAUDELAIRE
Anche i poeti hanno cercato di dare, a modo loro un volto alla luna. Per esempio Baudelaire, nel poemetto in prosa "Le désir de peindre" ne fa una bellezza dagli occhi simili a due antri in cui scintilla il mistero e lo sguardo è lampeggiante e sinistro.

CREDENZE SULLA LUNA

LA LUNA ASTROLOGICA
Quando a qualcuno si attribuisce un carattere gioviale e di qualcun altro si dice che è lunatico; quando si parla di chiarità solare o di arte marziale, non si fa altro che evocare, nell'ordine, influssi che l'uomo attribuiva in antico a Giove, alla luna, al sole e a Marte, ossia ai pianeti che riteneva che girassero attorno alla terra (ecco perché, astrologicamente parlando, ritroviamo tra i pianeti stessi sole e luna, che pianeti non sono). La tradizione continua.
Pertanto, oltre ai pianeti già citati, troviamo Mercurio, Venere, Saturno, Urano (scoperto nel 1781), Nettuno (visto al telescopio per la prima volta nel 1846), Plutone (osservato nel 1930) e Chitone (intravisto nel 1977); tutti chiamati a rappresentare, per l'astrologia, altrettanto pieghe dell'umana personalità e ad assumere valore divinatorio.
Per l'astrologo, ogni pianeta influisce diversamente su di noi a seconda del segno zodiacale in cui il pianta stesso si trova a passare al momento della nostra nascita. Ogni pianeta ha poi uno o due domicili, in cui, per così dire, si trova a proprio agio; ma agli stessi si oppongono uno o due esili dove il pianeta sta malvolentieri. Può contare anche su un'esaltazione che lo valorizza e deve affrontare una caduta che, invece, lo mortifica.
In dettaglio, la luna è domiciliata (cioè si trova bene) nel segno del cancro, e quindi è esiliata in capricorno, il segno che occupa, nello zodiaco, la posizione del cancro stesso. È esaltata in pesci ed è in caduta in vergine.
La luna, parlando in linguaggio astrologico, è umida, femminile, benefica; ha sotto la propria influenza il gusto, la gola, lo stomaco, il ventre e la parte sinistra del corpo dei coloro che le appartengono e, se donne, soprattutto l'utero.

LUNA E TAROCCHI
Il trionfo raffigurante la luna è un arcano molto complesso e ricco di raffigurazioni simboliche. In effetti, nella sua delineazione più tradizionale (come è noto, esistono anche trionfi "d'autore" tracciati molto liberamente) il tarocco lunare si presenta con gli elementi che seguono. Luna e tarocchi In una pozza d'acqua si specchia una luna dal volto corrucciato col profilo volto a sinistra. Essa emana diciannove lacrime o fiammelle di tre colori. Il riflesso della luna nell'acqua assume la forma di un crostaceo: è la figura tipica del cancro - o granchio zodiacale - di cui la luna è, come abbiamo detto luna astrologica, pianeta legislatore. Un cane e un lupo (ma a volte un cinghiale o un orso) ululano e ringhiano contrapposti l'uno all'altro per contendersi il potere temporale e quello spirituale. Intanto, le porte della città, rappresentate da due torri solitarie, restano sguarnite.
Dal punto di vista cartomantico, la luna è senza dubbio una carta pericolosa. Infatti indica sempre che nel futuro del consultante c'è qualcosa di negativo: non proprio malattia o morte ma certo un errore decisivo. In altre parole essa avverte il cartomante che il consultante sta cercando di ottenere non quello che veramente vuole (o che gli è necessario) e che sta sprecando tempo ed energie. L'attendono perciò litigi, gelosie, dissidi, malesseri vari. Se, per caso, i suoi problemi sono spirituali, la luna indica che il consultante si trova finalmente di fronte alle conseguenze dei propri errori e deve cambiare strada.

CREDENZE
LA LUNA NUOVA è un periodo di morte e di disintegrazione. C'è chi lo paragona alla sistole, cioè alla contrazione dei ventricoli cardiaci.
Il PRIMO QUARTO favorisce le funzioni organiche e lo sviluppo corporeo.
La LUNA PIENA è maturazione e alta tensione: corrisponde alla diastole, ovvero alla dilatazione dei ventricoli cardiaci che precede la sistole.
L'ULTIMO QUARTO, infine suggerisce che è tempo di raccogliere quanto acquisito. La luna è la parte femminile di ogni essere umano, uomo o donna che sia.
È la notte con i suoi sogni e con l'inconscio che lavora nel profondo.
È anche la madre e la compagna che l'uomo ama e cerca ed è la donna che ogni donna è.
È complementare del sole, che è maschile e diurno, e lo completa con la propria femminilità e notturnità.
Alla positività solare oppone la sua naturale passività.
Sulla sua suggestività non ci possono essere dubbi, vista la messe di canzoni, serenate e poesie che ha ispirato. Insomma, la luna è l'altro universo o l'altra metà del cielo, come dicono i cinesi.

LUNA E ANIMALI
luna e animali Nel mare australiano, lungo i duemila chilometri della barriera corallina, i coralli che formano appunto questa vera meraviglia della natura attendono le notti di luna piena per riprodursi.
Quelle di fine novembre, in particolare, sono quanto mai stimolanti, in tal senso, per questi Celenterati, noti per il loro prezioso scheletro più che per le loro curiose abitudini sessuali. Maschi e femmine si accoppiano, per così dire, per corrispondenza, affidando alla corrente marina le loro cellule riproduttive, o gameti.

I GATTI
Nella penombra, con lo sguardo fisso alla luna piena, quasi beandosi dei suoi raggi, in muto filiale colloquio; filiale perché, col suo umore mutevole, il gatto è figlio della luna, addirittura suo simbolo come scriveva Alphonse de Pernety nel dizionario mite-ermetico: "Questo animale era un simbolo geroglifico presso gli egizi che lo adoravavo sotto il nome di Eluro.
Esso rappresentava la luna o Mercurio filosofico perché il gatto sembra risentire degli effetti delle influenze lunari", e nelle favole egiziane svelato e riportato a un unico fondamento spiegava: "Poiché Iside è il simbolo della luna, per presentarsi a questo astro non si poteva scegliere che un animale le cui pupille, com'è volgarmente noto, segue le differenti fasi della luna tanto crescente che calante".
Gli occhi di questo animale brillano nella notte come nella notte brillano le stelle del firmamento.
Questi tratti di rassomiglianza diedero l'occasione di credere che la luna o Diana avesse assunto le sembianze di una gatta quanto riparò in Egitto insieme con gli dei per sfuggire alle persecuzioni di Tifone.

LA LUNA E LA LEPRE
Una volta la luna di decise di rivelare un segreto all'umanità. Convocò un insetto e gli ordinò: "va da gli uomini e riferisci loro queste mie parole": "come io muoio e morendo vivo, così anche voi morirete, e morendo vivrete". L'insetto obbediente partì col suo messaggio, ma sul suo cammino incontrò una lepre a cui disse ciò che stava facendo. La lepre disse: "ci vado io che sono più veloce". La lepre quando giunse fra gli uomini si mise, a gridare: la luna mi ha manda a dirvi: "come io muoio e morendo perisco, così anche voi morirete e sarete finiti per sempre". Ritornò dalla luna riferendo quello che ella aveva detto, ma la luna la rimbrottò dicendole: "come ti sei permessa di dire alla gente quello che non ho mai detto?" e così dicendo la colpì sul muso con un pezzo di legno spaccandole il labbro, cosa che è rimasta nella specie.
Questa leggenda era raccontata dagli Ottentotti, una popolazione dell'Africa australe, così chiamata dagli olandesi all'epoca dei loro primi stanziamenti nel XVII secolo. Ma questo simbolismo della luna si ritrova in ogni continente. I Pellirossa della California dicono: "come la luna muore e ritorna alla vita, così noi riusciremo dopo la morte".

LA LUNA E I BAMBINI
Nel repertorio infantile italiano hanno grande importanza le "conte", ovvero le tiritere che aiutano a sorteggiare qualcuno nei giochi che lo richiedono. Eccone un esempio da Isernia tratto da "Sotto la cappa del camino" di Mari, Savona e Straniero:

La luna è una ruota gialla
Cade in mare e resta a galla
Gettano le reti i pescatori
Noi siam dentro e tu sei fuori.

Batà è un personaggio delle celebri "Novelle per un anno" di Luigi Pirandello. Siamo in Sicilia e Batà soffre del male di luna, perché "la madre da giovane andata a spighe, dormendo su un'aia al sereno, lo aveva tenuto bambino tutta la notte esposto alla luna e tutta quella notte, lui povero innocente, con la pancia all'aria, mentre gli occhi gli vagellavano, ci aveva giocato, con la bella luna, dimenando le gambette e i braccini. E la luna l'aveva incantato…". Numerose sono le credenze popolari del genere, in ogni parte del mondo.

MESI LUNARI E FASI
le fasi lunari Il mese sinodico, così viene definito il tempo necessario alla luna per tornare nella stessa posizione rispetto al sole corrispondente alla luna nuova; la sua durata è pari a 29 giorni, 12 ore, 49 minuti e 3 secondi.
Il mese è sidereo, se, invece del sole, si prende come riferimento un'altra stella fissa, il tempo necessario alla luna per ritornare nella stessa posizione è pari a 27 giorni, 7 ore, 43 minuti e 11,5 secondi; tale periodo è detto mese sidereo.
Per completare il quadro delle definizioni, vi ricordiamo che l'intero ciclo lunare, cioè il periodo in cui si succedono le varie fasi, che dura circa un mese, si chiama lunazione.

CREDENZE SULL'INFLUENZA DELLA LUNA
Da un saggio di Pier Francesco Ferraironi (1883-1963), dal titolo "Cultura sulla montagna lugure di ponente", traiamo alcuni interessanti spunti su rapporti fra luna e cultura agricola.
I contadini fissavano infatti epoche tradizionali per piantare, seminare, innestare e travasare il vino, seguendo senza saperlo le antiche esperienze di etruschi, greci e romani. Ad esempio (lo consigliavano già Plinio e Catone) a luna veglia (cioè calante), si tagliano gli alberi perché il legno resti buono. Meglio ancora se l'operazione viene effettuata nelle ore pomeridiane e quando non spira vento di scirocco. A luna nova (cioè crescente) si fanno gli innesti e la semina delle piante che si vuole fioriscano o si riproducano in fretta.
Lo stesso discorso vale per la tosatura delle pecore, la cui lana deve ricrescere al più presto.
In sintesi, il contadino ritiene la luna nuova propizia al regno animale e sfavorevole a quello vegetale, perché quel che si semina andrà in fiore o, comunque, avremo maggiore sviluppo erbaceo a danno del frutto. Ancor più sintetizzando: molta paglia e poco grano.
La luna vecchia (calante) è adatta invece alla raccolta dei frutti da conservare.

SALASSI E BARBIERI
Nel quattro e cinquecento, in Francia, esistevano gli "antenati" del nostro calendario lunare, i quali riportavano le fasi lunari e l'indicazione (a mezzo di alcuni segni convenzionali) dei giorni favorevoli a talune cure mediche. La notizia curiosa è che questi calendari lunari si trovavano immancabilmente nelle botteghe di barbieri. In effetti, a quel tempo, la bottega del barbiere fungeva anche da ambulatorio e costituiva, in pratica, il primo gradino del servizio di assistenza medica. Lo conferma l'uso marinaro di assommare le funzioni di medico e di barbiere in una sola persona, quella del cerusico, caratteristico componente degli antichi equipaggi. I "veri" chirurghi erano in numero limitato e perciò i barbieri erano chiamati a svolgere gli interventi più semplici, tra cui i salassi di sangue, allora diffusissimi. Si pensava infatti che eliminare un certo quantitativo di sangue giovasse comunque all'organismo, anche quando non ci si trovasse nella necessità di fronteggiare e debellare una malattia. La luna poteva essere più o meno favorevole al salasso, per esempio in base all'età o alla costituzione del paziente. Decisamente sconsigliato era, in ogni caso, far coincidere l'operazione con congiunzioni e opposizioni, cioè con la luna piena o nuova.

LA LUNA CI GUARDA
C'è una certa affinità fra potatura e taglio dei capelli. Questo deve essere effettuato in luna crescente, possibilmente quando il satellite si trova in Toro o in Bilancia o, meglio ancora , in Venere. La permanente eseguita con la luna in Toro dura di più e le chiome si fanno più fluenti se offerte ai raggi del primo quarto. Si dice anche che spazzolare i capelli mentre li si espone alla luce lunare giovi alla loro bellezza.
influenze lunari sulla maturazione del vino Le fasi di lavorazione del vino e, soprattutto, il suo imbottigliamento, è bene avvengano in periodi di luna calante e non oltre la metà di aprile. È un modo per evitare, tra l'altro, che la fermentazione eccessiva faccia saltare i turaccioli di botto e, se il vino è rosso, si macchi la tovaglia. Infatti, se le macchie di vino bianco portano bene, quelle del rosso è meglio evitarle.
Non c'è migliore soddisfazione, per chi ha cuore il proprio giardino, che veder crescere e fiorire le rose. Queste riusciranno più belle di quelle dei vicini se ne collocherete in solco le talee, ovvero i rami giovani recanti una o più gemme, durante i periodi di luna piena, trapiantandole poi in luna nuova ed eliminando i boccioli in soprannumero quando è in corso l'ultimo quarto, ossia in fase di luna calante.
Coltivare la terra secondo il volgere delle fasi lunari vuol dire tenere conto degli innegabili influssi del nostro satellite sullo sviluppo dei vegetali. Alcuni di questi rendono di più o di meno secondo se il prodotto che ne ricaviamo sviluppa e matura sopra o sotto il suolo. Ad esempio, quelli che hanno raccolto sotterraneo (come patata, cipolla, carota,ecc) devono essere piantati in fasi di luna calante.
Il comportamento degli animali è sicuramente influenzato dalla luna. Mentre la scienza sta ancora cercando di risolvere il mistero dell'abbaiare del cane alla luna, godetevi il chiarore di quest'ultima insieme con il vostro Fido, senza indulgere ad un eccesso di carezze. Sembra infatti che la luna risvegli in lui ancestrali aneliti di libertà e ne risvegli un selvatico bisogno di predare e di azzannare.
Il ciclo riproduttivo dell'essere umano, ma anche degli esseri del mondo animale e vegetale, è il più importante tra gli aspetti della vita soggetti all'influsso lunare. Il concepimento di un nuovo pargolo, ad esempio, avviene quasi sempre quando la luna e sole si trovano, rispettivamente, nella stessa posizione in cui si trovano quando la futura mamma è venuta al mondo.

ORTO E GIARDINO
Con la luna nuova si può seminare la salvia in letto caldo.
In luna piena, invece, è opportuna la semina di carote e radicchi precoci, porri, aglio bianco e cipolle.
La luna nuova agevola le operazioni di potatura e trapianto degli alberi da frutto.
Con la piena è il momento di concimatura e potatura per peri e meli.
Quando la luna cresce si è nel periodo giusto per seminare carote, cavolfiori, rape, fagioli, spinaci estivi e, per che ne ha la possibilità, i girasoli.
La luna calante è favorevole alla potatura degli alberi e delle siepi; quella piena agli innesti.
Esponete alla luce dalie, canne e bulbose, in modo che pregermoglino.
La luna nuova consiglia di piantare i gerani in piena terra e di seminare primula, campanula e non-ti-scordar-di-me.
Con la luna calante si possono mettere all'aperto i gerani in vaso e tutte le altre piante messe in vaso ad aprile.
Si raccoglie anche la frutta destinata a marmellata e gelatine oppure a finire sotto spirito o surgelata.
Se avete intenzione di creare un prato, la luna calante è la fase adatta a preparare il terreno per la semina.
È anche il momento di raccogliere le verdure da conserva.
Esponete la luna piena d'agosto, per due o tre notti, le piante d'appartamento, per prepararle all'autunno.
La luna cala e voi potate i rosai che non fioriscono più.
Con la luna nuova di settembre evitare qualsiasi lavoro sulle piante.
Con la crescente seminare le piante adatte (essenze) a formare nuove zone di prato.
In fase calante raccogliete noci, mandorle e prugne da conserva e, dopo aver cimato e sfogliato le viti, vendemmiate.
Con la luna piena di ottobre piantate nuovi alberi da frutto.
Piantate tulipani e le altre bulbacee a fioritura primaverile con la luna nuova.
Sul finire del plenilunio iniziare le potature (meno rischiose di quelle invernali) di glicine, rosai e siepi nonché di meli e peri.
La fase calante è quella giusta per preparare il terreno in vista delle future piantagioni primaverili, nell'orto e nel giardino.

 
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